Il caffè è uno dei prodotti più amati al mondo. Un buon caffè è adatto ad ogni occasione, ma per produrre il ”caffè perfetto” è necessario saper distinguere le tipologie di chicchi e conoscere a fondo le loro caratteristiche. La qualità del caffè dipenderà da una serie di scelte e combinazioni dei chicchi, dal loro trattamento e dalla tostatura.
Esistono 4 differenti varietà di caffè: Arabica, Robusta, Excelsa e Liberica. I chicchi di caffè più utilizzati sono l’arabica e il robusta, soprattutto per una questione di qualità più elevata.
Vediamo ora nel dettaglio tutte le qualità che puoi gustarti in una tazzina.
Caffè arabica: richiede un’attenzione particolare durante la coltivazione
Il caffè della varietà arabica ha un sapore molto delicato e aromatico e lascia al palato un senso di dolcezza misto a note acidule. L’acidità dell’arabica è data dall’altitudine in cui viene coltivata; infatti questa varietà può essere coltivata anche in territori con un’altitudine di 2400 m.
La coltivazione di caffè arabica avviene esclusivamente in zone con un clima mite, non caratterizzato dalla presenza costante di pioggia, freddo, vento, ma neanche di caldo secco. Solitamente, le zone interessate non superano una temperatura di 20°C. L’arabica ha origini etiope e oggi viene coltivata nelle coste orientali dell’Africa, del Sudamerica, in particolare in Colombia e in Brasile e nell’America Centrale.
Dai chicchi arabica è possibile ricavare alcune varianti che daranno un gusto differente in base al luogo di provenienza. In linea generale, l’aspetto del caffè nella tazzina sarà di un intenso color nocciola e avrà un gusto “cioccolatoso”.
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Caffè robusta e perchè si differenzia dal caffè arabica
Il caffè robusta ha un odore e sapore più deciso e forte, che al palato lascia un gusto amarognolo. La differenza sostanziale tra questa varietà e l’arabica risiede, oltre al gusto, nella sua struttura e nella forma. La robusta, infatti, comprende una percentuale maggiore di caffeina e i chicchi di ogni bacca sono molto più piccoli di quelli dell’arabica.
Inoltre, i chicchi di caffè arabica hanno una forma allungata con un taglio relativamente dritto al centro, mentre il chicco robusta è più tondo e ha un taglio centrale ondeggiante.
Il gusto amaro è dato dalla presenza di una quantità inferiore di cromosomi rispetto all’arabica, che presenta invece una complessità aromatica superiore.
I chicchi di caffè sono presenti nel frutto della pianta e in entrambe le varietà il frutto assomiglia ad una ciliegia, grazie al tipico colore rosso.
Un’altra differenza fondamentale è che la coltivazione di caffè robusta può avvenire in un maggior numero di luoghi con climi differenti, dato che si tratta di una varietà di pianta molto più resistente alle condizioni meteorologiche.
E non solo: anche la velocità con cui la pianta cresce è superiore a quella dell’arabica, cosa che rende decisamente più facile il suo raccolto e, di conseguenza, la vendita mondiale.
Il robusta viene coltivato in Africa, in Brasile e nel Sud-Est Asiatico e le sue origini risiedono nella Repubblica Democratica del Congo. La pianta di caffè non raggiunge terreni con un’altitudine pari a quella dell’arabica, ma raggiunge zone di un’altezza al massimo di 800 m, ecco perché in questo caso non sono presenti le note acide quando si assapora questa varietà di caffè. La temperatura ideale per la coltivazione della pianta è tra i 24 e i 29 °C.
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Il caffè arabica è migliore del robusta?
Nonostante la prima varietà sia considerata la più pregiata, in realtà non ci sono particolari differenze in termini di qualità tra l’arabica e il robusta.
La scelta tra una varietà di chicchi e l’altra dipenderà dal gusto personale. Inoltre, in Italia le due varietà vengono miscelate per creare il tipico caffè espresso corto, molto corposo e cremoso.
L’aromaticità tipica di un buon caffè italiano, quindi, è data dall’arabica mentre la corposità e la cremosità deriva dal chicco robusta. Ovviamente, il risultato non è dato solo dai chicchi di caffè in sé per sé, ma anche dal modo in cui vengono trattati dal torrefattore, dalla tostatura dei chicchi e dalla percentuale di ognuna delle varietà che vengono miscelate.
Caratteristiche della coffea liberica e come viene utilizzata
Le altre due varietà di caffè hanno un minor utilizzo rispetto a quelle citate precedentemente.
Il caffè liberica prende il suo nome dalla zona di coltivazione della pianta, ovvero la Liberia. Infatti, questa varietà è stata scoperta nelle foreste di questa zona dell’Africa occidentale.
Nonostante presenti un gusto particolarmente aromatico e gradevole dato dai chicchi, questa varietà è considerata di qualità inferiore a quelle precedenti.
Nonostante ciò, i fiori della pianta vengono utilizzati molto in Giappone per creare degli infusi di caffè. Un’altra caratteristica che rende questa varietà meno utilizzata è la sua difficoltà di coltivazione. Infatti, la pianta necessita di molta acqua e di temperature alte.
Caffè excelsa: cosa sapere
Abbiamo, infine, la coffea excelsa; tale varietà rientra tra quelle meno utilizzate in termini mondiali, ma viene comunque coltivata in alcune zone dell’Africa, nel Vietnam e in Indonesia.
Rispetto alla pianta di caffè arabica è molto più resistente, non solo alle alte temperature ma anche ai parassiti che potrebbero colpirla. Nonostante ciò, però, non viene utilizzata e venduta molto, soprattutto per una questione economica, dato che la pianta ha bisogno di un trattamento molto lungo e impegnativo sia durante la coltivazione che nel raccolto. I chicchi di caffè, infatti, devono essere staccati dal frutto uno ad uno e ciò richiede, chiaramente, più tempo e denaro.