È un appuntamento fisso all’alba di un nuovo giorno, il suo profumo invade la casa a partire dal primo mattino e tutto sembra andare per il verso giusto. Il caffè, compagno fedele delle nostre giornate, ne scandisce tutti i ritmi: il risveglio, le pause a lavoro, i momenti di ritrovo con amici e parenti o il relax in solitaria.
Ogni scusa è buona per gustare un buon caffè, siamo sempre pronti a ritagliarci un momento per berne una ma studi dettagliati ci danno indicazioni su quali siano i momenti migliori della giornata. Vediamo quali sono!
Quando bere il caffè
C’è chi al mattino non può farne a meno, chi evita di prenderlo la sera per riuscire a dormire meglio; a queste abitudini, se giuste o sbagliate, ha dato una risposta la scienza, o meglio le neuroscienze e la crono-farmacologia. Quest’ultima è un ramo della medicina che approfondisce la correlazione tra l’assunzione di farmaci o sostanze psicoattive e l’orologio biologico del nostro organismo.
Come una macchina perfetta, per funzionare al meglio, deve seguire precise abitudini.
Scopriamo, quindi, come l’assunzione di caffè in precisi momenti della giornata aiuti il nostro bioritmo.
Il primo caffè della giornata
Alzi la mano chi non ama essere svegliato con il profumo di caffè che avvolge tutta la casa.
Eppure, il primo incontro con questa bevanda al mattino, potrebbe avvenire troppo presto. Infatti, proprio studi in questo ambito affermano che l’orario migliore è quello compreso tra le 9:30 e le 11:30.
È stato il neuroscienziato e ricercatore americano Steven Miller a spiegare, nel dettaglio, perché è così importante scegliere il momento giusto. Seguendo attentamente questi orari si riesce ad evitare assuefazione e quella sorta di dipendenza da caffeina che spinge a consumare diverse tazzine al giorno.
Il ritmo circadiano, ossia il nostro orologio interno che si sincronizza con i vari momenti della giornata, come la notte e il giorno, è regolato da un gruppo di neuroni che svolgono funzioni basilari nella struttura celebrale, come il controllo dell’alternanza sonno/veglia e il conseguente rilascio del cortisolo. Questo ormone attiva il nostro organismo, lo tiene “sveglio” e il suo meccanismo lavora in coordinamento con le cellule fotosensibili della retina.
Così, quando siamo investiti dalla luce nelle prime ore del mattino, solitamente tra le 8:00 e le 9:00, il cortisolo raggiunge il picco nel momento in cui dovremmo essere naturalmente più svegli. Prendere il caffè a quest’ora, potrebbe sortire l’effetto contrario e creare assuefazione perché, in un certo senso, è come se non avessimo bisogno.
Spostare il primo espresso della giornata tra le 9:30 e le 11:30, invece, sarebbe ideale in quanto il suo livello scende fisiologicamente. Teoricamente, quindi, per svegliarci al mattino dovremmo aiutarci con la luce naturale, “esporci” il più possibile appena svegli in quanto i segnali luminosi captati dalla retina stimolano il rilascio del cortisolo che ci farà “carburare” in maniera fisiologica.
In virtù di questo processo, il nuovo picco di quest’ormone avverrà tra le 12:00 e le 13:00: anche il famoso caffè dopo pranzo, abitudine irrinunciabile per molti, dovrebbe slittare al primo pomeriggio, esattamente tra le 14:00 e le 17:00. Uno strappo alla regola, naturalmente, è concesso quando si consuma un pasto abbondante: il caffè, è ben noto, favorisce i processi digestivi.
Questa bevanda, insomma, non ci abbandona mai e ci accompagna anche in altri momenti: anche gli sportivi, ad esempio, ne apprezzano la sua carica prima di un allenamento, perché, stimolando la vasodilatazione, aumenta l’apporto di sangue e di conseguenza di ossigeno, aiutando i muscoli nella resistenza allo sforzo fisico.
Il caffè di sera: nemico del sonno?
Bere il caffè di sera è spesso sconsigliato perché porta insonnia: sarà proprio così?
In realtà, è vero che l’assunzione non è propriamente salutare ma non è l’unico motivo per cui si può far fatica ad addormentarsi. Infatti, il caffè rallenta di circa 40-45 minuti il nostro orologio biologico ma le difficoltà possono essere provocate anche dal tipo di miscela, come ad esempio quella preparata con la moka che contiene una quantità di caffeina maggiore rispetto al caffè espresso (a questo proposito leggi il nostro articolo sulla quantità di caffeina nel caffè).
Faremo fatica, quindi, a prendere sonno se consumiamo anche miscele tipo arabica ma, soprattutto, se è stata superata la dose giornaliera consigliata che si attesta sui 400 mg al giorno, circa 4 caffè per una persona che non abbia condizioni di salute tali per cui il consumo deve essere inferiore (ad esempio in caso di ipertensione).
Regolarizzare il consumo, nelle quantità e negli orari, permette al corpo di beneficiare al meglio degli effetti positivi. Se uniamo, inoltre, il piacere di bere un ottimo caffè (come quelli che puoi trovare nella sezione delle capsule compatibili di caffè NeroRistretto), capiamo perché si tratta della bevanda più amata dagli italiani!