Il caffè è una bevanda apprezzata a livello mondiale, in particolare in Italia, dove è presente una vera e propria cultura del caffè.
Oltre alle questioni legate alla qualità ed al gusto, una delle discussioni più comuni sul caffè riguarda i suoi effetti ed in particolare quelli legati alla caffeina contenuta al suo interno.
Tra i vari fattori che determinano la quantità di caffeina in un caffè, troviamo la varietà (non ne esiste un solo tipo) ed i differenti modi di preparare un caffè.
Quanti tipi di caffè?
Che sia un espresso, un caffè ristretto, uno lungo, uno all’americana o preparato con la moka ci sono delle differenze di sapore e di intensità della fragranza. Anche la varietà del caffè influisce molto.
Al mondo esistono più di 100 varietà di piante di caffè, non tutte però sono destinate all’industria alimentare poiché non tutte riescono ad ottenere una rilevanza tale da attrarre il mercato. Le varietà più diffuse sono: Arabica, Robusta, Liberica ed Excelsa.
L’Arabica è considerata la miscela più pregiata. È sicuramente la più diffusa per il suo caratteristico profumo intenso e il sapore più dolce. Questa qualità di caffè è anche quella con un contenuto di caffeina ridotto rispetto ad altre.
La Robusta è una varietà di caffè le cui piante sono particolarmente resistenti all’attacco di insetti e funghi ed è proprio da questa sua caratteristica che prende il suo nome. Il contenuto di caffeina è superiore e ciò conferisce alla bevanda un gusto più amaro e una maggior consistenza.
La Liberica è una varietà molto diffusa nei Paesi nordici, la sua caratteristica principale è il profumo molto intenso e per questo spesso si trova miscelata insieme ad altre tipologie.
L’Excelsa è una varietà poco diffusa. La sua pianta è molto simile alla Liberica, tuttavia i fiori ed i frutti sono di dimensioni inferiori e di qualità più scarsa.
Per saperne di più, puoi leggere il nostro articolo sulle varietà di caffè.
Quanta caffeina c’è in una tazza?
Da quanto scritto finora si comprende che quantificare la concentrazione di caffeina in una tazza di caffè non è un calcolo facile né univoco poiché dipende da tante variabili: la varietà di caffè o dalla miscela di queste, come viene preparato il caffè, quanto viene macinato fine e così via
Il tempo di estrazione è un elemento che influisce sulla quantità di caffeina nella bevanda. Il caffè espresso, come dice il suo nome, ha un tempo ridotto di infusione, per cui la caffeina presente in una tazza di caffè espresso rispetto ad una preparata con la moka è minore.
Inoltre c’è da considerare il processo produttivo del caffè. La torrefazione influisce notevolmente sul sapore. Il colore è un indice relativo al giusto grado di tostatura. Un caffè da un colore troppo chiaro sarà poco tostato e ne risulterà una bevanda alquanto scialba, al contrario un caffè nero avrè un sapore più amaro. Questo processo, influisce sul sapore tanto quanto sulla quantità di caffeina. Più è alto il grado di tostatura minore è la concentrazione di caffeina che rimane nel chicco.
Per determinare quindi il contenuto di caffeina di una tazza di caffè occorre fare delle valutazioni ed il risultato potrà essere solo una valore medio del contenuto di tale sostanza.
Partendo dal presupposto che il caffè Arabica contiene circa la metà della caffeina della varietà Robusta, la prima valutazione da fare è considerare quale varietà si sta utilizzando.
In genere una tazzina di caffè espresso contiene 30 ml di caffè con un contenuto medio che varia dai 50 agli 80 mg, in media quindi sono 65 mg di caffeina. Una tazzina di caffè preparato con la moka invece contiene dai 100 ai 150 mg, con una media di 120 mg.
Infine c’è da fare un’ultima considerazione riguardo al caffè decaffeinato. Questo termine non indica che il valore del contenuto di caffeina scende a zero. Il processo di decaffeinizzazione non riesce ad eliminare del tutto questa sostanza sebbene il contenuto di caffeina si riduce drasticamente. In media una tazzina di caffè decaffeinato contiene una media di 6,5 mg di caffeina.
Quanti caffè si possono bere in un giorno?
La caffeina di per sé non è una sostanza nociva. Assunta entro certi limiti la caffeina può avere anche degli effetti benefici.
La caffeina è una di quelle sostanze in grado di stimolare il metabolismo basale aumentandolo. In questo modo il corpo consumerà più calorie favorendo il dimagrimento. Ovviamente l’effetto della caffeina da solo non è in grado di fare miracoli, se si vuol perdere peso è sempre necessario seguire una dieta equilibrata accompagnata da un po’ di movimento quotidiano. L’abuso di caffeina non è la soluzione ai problemi di sovrappeso.
L’incremento della frequenza cardiaca provocato dalla caffeina ha come conseguenza una maggior ossigenazione del sangue. Anche in questo caso non bisogna esagerare, la giusta misura è sempre la scelta migliore in tutte le cose.
La caffeina ha un effetto eccitante. Questa sua caratteristica ha la facoltà di migliorare la concentrazione e stimolare il sistema nervoso con un effetto benefico sui riflessi. Questo effetto benefico favorisce il lavoro, lo studio e l’attività fisica. L’effetto di questa sostanza sulle prestazioni fisiche è dimostrato dalla scienza, tanto che la presenza di caffeina oltre certi limiti, abbastanza bassi, in fase di controllo per gli atleti viene considerata doping.
Infine la caffeina può avere anche degli effetti diuretici. Questo beneficio è particolarmente apprezzato da chi soffre di problemi di stipsi.
La caffeina può avere anche effetti negativi come l’insonnia ad esempio. Quindi la scelta migliore è sempre quella di non esagerare. Se siete proprio appassionati di caffè potete dirottare le vostre scelte verso il caffè decaffeinato.